La fiducia al nuovo governo @ 07 Jun 2018

Chi fa i conti
senza l'oste

"Un eloquio colto, parole sagge e misurate, una dotta disquisizione integrata da approfondimenti filosofici". Fa davvero impressione ascoltare tanti vecchi tromboni -uno di questi di abusata fama televisiva, lo sguardo sbarrato - intonare la gran marcia trionfale in onore del nuovo governo giallo-verde. Ed esaltare il discorso di insediamento del neopresidente Giuseppe Conte che ha parlato, in Senato, per più di un'ora, senza spendere una parola per precisare dove andrà a prendere i soldi per realizzare tutto ciò che ha elencato del contratto per il governo del cambiamento. Dalla riduzione delle tasse (flat tax) a favore dei ricchi, al reddito di cittadinanza per chi è senza lavoro, alla cancellazione della legge Fornero per ridare dignità alle pensioni. Il tutto 110 miliardi, euro più od euro meno, - l'equivalente dell'intera spesa per la sanità - trascurando altre quisquilie come il rimpatrio forzoso dei clandestini (e sono tanti):4000 euro a testa. Eppure dovrebbe essere normale oltre che  doveroso per il capo del governo che chiede la fiducia al Parlamento, precisare in quella sede, le coperture finanziarie e gli impegni di bilancio. Conte non l'ha fatto. E ciò conferma, se ancora fosse necessario, la superficiale formazione istituzionale e la scarsa serietà politica di un esecutivo che, nonostante ci si continui a sciacquare la bocca con questi abusati luoghi comuni, non è espressione del voto popolare, a cominciare dal premier, un re travicello che è stato messo lì, furbescamente, dal gatto e dalla volpe, che lo controllano a vista, seduti come sono alla sua destra e alla sua sinistra, e da parecchi ministri provenienti dal vecchio establishment, a loro volta non legittimati dalle urne e, quel che è peggio, infine, da una innaturale estemporanea alleanza non certo voluta e gradita dagli elettori. Populisti, nella peggiore accezione del termine, per autodefinizione, anti sistema (si fa per dire) e soprattutto portatori di un difetto e di un vizio capitale: pasticcioni, incoerenti. Intanto l'economia continua a soffrire: lo spread tra i nostri decennali e i Bund tedeschi vola oltre il limite di 250 punti e la borsa registra altre rilevanti flessioni. Con buona pace di chi plaude al nuovo che avanza.


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