Politica @ 16 Mar 2018

Chi deve rispondere dopo il responso delle urne

L'appello alla responsabilità

e le aspettative del paese

di Guido Nicosia

 

Il dibattito, all’indomani del voto del 4 marzo scorso, verte sull’appello al senso di responsabilità, in primo luogo rivolto ai partiti dal Presidente della Repubblica, Mattarella, affinché venga garantito il varo di un nuovo governo. Si invoca l’interesse superiore del Paese che non può essere subordinato alle meschine convenienze di bottega della formazioni politiche che sono uscite dal responso elettorale. E si tratta certamente, per quanto riguarda il Capo dello Stato, di un monito alto. Ma è altrettanto vero che investe direttamente chi le elezioni le ha vinte, ovvero il Movimento 5 stelle e la Lega di Salvini, premiati da un elettorato che ha deposto nell’urna una scheda per dire no a chi il il Paese lo aveva governato fino al giorno prima. Per il Partito Democratico, grande sconfitto delle ultime elezioni, malgrado le tante riforme varate in pochi anni, nonostante i risultati raggiunti sul difficile percorso del risanamento economico e del recuperato prestigio internazionale, non rimane che un unico ruolo: quello dell’opposizione. Non vi possono essere dubbi in proposito. E francamente risulta arduo, alla stregua del più elementare buon senso, sostenere (e pretendere) che il “nuovo che avanza” possa e debba essere inquinato dal “vecchio che arretra”. Del resto non dovrebbero esistere difficoltà per Lega e 5 Stelle al fine di raggiungere un accordo. Sono molto più simili di quanto possa apparire. Durante la legislatura appena conclusa, in Parlamento, sono stati più numerosi i voti che li hanno accomunati dei dissensi registrati. Sono entrambi movimenti populisti e sostanzialmente antieuropei mentre il PD è una forza convintamente europeista. Come sarebbe possibile convincere il Diavolo a bagnarsi con l’acqua Santa? Steve Bannon, ex guru di Trump, lo ha lucidamente delineato in una intervista alla “Stampa” di Torino. “L’onda populista – ha detto, riferendosi alla situazione italiana – è solo all’inizio, l’euro non può sopravvivere. In Italia è cominciata l’implosione europea. I migranti penalizzano gli operai, comincia l’ora di un’internazionale sovranista”. C’è da augurarsi che si tratti di una analisi sbagliata. Ma tant’è. All’orizzonte si profilano eventi importanti. Nei primi mesi del 2019 il Paese sarà nuovamente chiamato alle urne per le elezioni europee, avverrà l’avvicendamento alla guida della BCE, si dovrà procedere alla nomina del nuovo Capo dello Stato. Chi vivrà vedrà.


News powered by CuteNews - http://cutephp.com